“Ritratto e identità”… di donne: Panorama Monferrato by Italics 2024

Le declinazioni dell’identità femminile nell’arte delineano una storia di emancipazione e trasformazione, sia quando narrata attraverso il linguaggio simbolico delle opere, che quando raccontata da donne artiste. Artiste, che nonostante abbiano abitato l’ombra per secoli, hanno comunque trovato il loro spazio, sfidando convenzioni (sociali e stilistiche) e introducendo la loro distintiva prospettiva. Se nelle opere vengono da sempre interpretati temi come l’identità, il corpo, la maternità, poi la rappresentazione del femminile subisce una metamorfosi: da musa idealizzata a figura complessa e sfaccettata, capace di riflettere le contraddizioni e la bellezza della condizione umana, rispecchiando le evoluzioni della società. Ed è per questo che la costruzione o la decostruzione del femminile è al centro di molte riflessioni contemporanee.

Mostra "Panorama", by Italics 2024

La mostra itinerante “Panorama”

Si è appena conclusa la quarta edizione della mostra itinerante “Panorama”, svoltasi dal 4 all’8 settembre 2024. La mostra è stata curata da Carlo Falciani ed organizzata da “Italics” (un consorzio che riunisce oltre settanta tra le più autorevoli gallerie italiane d’arte contemporanea, moderna e antica) con la partecipazione di 62 gallerie portando arte antica, moderna e contemporanea nei vigneti del Monferrato. L’esposizione, che si è snodata nei borghi di Camagna, Vignale, Montemagno e Castagnole, ha preso ispirazione dai principi di “La civil conversazione”, un’opera di Stefano Guazzo pubblicata nel 1574. Questo testo riflette sui modi di mediazione e composizione delle relazioni sociali e personali, offrendo uno spunto per affrontare le dinamiche umane in una chiave di dialogo e riconciliazione. Al cuore della mostra un richiamo alla civiltà del dialogo, una riflessione profonda su come, in un mondo segnato da fratture, la parola e l’ascolto restino strumenti fondamentali per ricostruire legami e intese. Ogni borgo ospitante è stato dedicato a un tema specifico: “Il Lavoro e le Radici”, “La Caducità e la Morte”, “La Sacralità dell’arte, anche in ambito laico”, e infine “Il Ritratto e l’Identità”. In particolare, nel borgo dedicato a “Il Ritratto e l’ Identità”, è emersa con raffinata forza la tematica del femminile. Qui, le opere riflettono l’evoluzione dell’identità femminile come un percorso di resilienza e trasformazione, rivelando la complessità e la profondità del ruolo delle donne sia nell’arte classica che in quella contemporanea.


Mostra "Panorama", by Italics 2024

Un esempio significativo è il “Ritratto di Ulpia Marciana”, una scultura marmorea (l’opera più antica presente nella mostra) che raffigura la sorella dell’imperatore Traiano. Non solo sorella di un imperatore, ma anche la prima donna a ottenere il titolo di “Augusta”, Ulpia Marciana rappresenta un esempio di come una condizione femminile subordinata possa trasformarsi in una figura di potere e prestigio. Nella stessa sala, quasi a specchiarsi in un dialogo senza tempo, “Kym 2” di Alex Katz che, nella sua ontologia pop, rappresenta quel paradigma estetico contemporaneo di donna forte nella consapevolezza della fragilità umana.

Mostra "Panorama", by Italics 2024

In questo racconto del femminile va inserita anche l’opera dell’artista cubana-africana Susana Pilar che esplora il tema dell’identità attraverso la serie “Lo que contaba la abuela”, rappresentando donne di discendenza africana il cui passato è stato spesso cancellato dalla storia coloniale. L’artista ricostruisce un archivio personale per ridare dignità e identità alle donne nere, sovvertendo così gli stereotipi legati alla loro figura.

Infine, la delicata quanto potente opera di Elisabetta Di Maggio, “Rape” realizzata con sapone di Marsiglia intagliato a mano, aggiunge un tocco immersivo e simbolico. Il sapone, con il suo odore rassicurante e familiare, diventa metafora del trauma e della violenza, contrapposto alla sua capacità di “pulizia”. Le lettere incise parlano di dolore, trasformando un oggetto quotidiano in una riflessione sullo stupro e sulla resilienza femminile.


Ciò che emerge, seguendo il percorso della mostra nella sua interezza di cui le opere citate sono solo un esempio della superba collezione, è la rappresentazione di un femminile che non è solo celebrazione di potere e prestigio, ma un riflesso della capacità delle donne di trarre forza dalla vulnerabilità umana e dalla caducità del tempo, rivelando una bellezza e una dignità che si consolidano attraverso la storia, oggi si direbbe “very demure, very mindful“.

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