La mostra di George Hoyningen-Huene a Palazzo Reale, a Milano, fino al 18 maggio, è molto di più di una mostra antologica. E pensare che basterebbe il semplice defilé delle immagini, una dopo l’altra, per poter dire -ne è valsa la pena!

Ma non è solo questo… Mentre scorrendo le opere di quasi un secolo fa, si fa amicizia col fotografo russo dai geni americani, si viene introdotti nelle redazioni della Parigi che conta. Nei salotti mondani. In mezzo a palchi e corridoi. A tu per tu con donne ambitissime. Fra lustrini e cognac.

Eppure: non c’è solo questo. C’è molto altro. Arriva il momento, passando di sala in sala, in cui ogni donna vede proiettata sé stessa, in un immaginifico momento, nel quale indossa un Patou, o un Lelong. Un Lanvin, un Vionnet. In attesa del ricevimento. Della serata di gala. Di una proposta, cui dire sì.

Ogni nostalgica cadrà, sedotta dagli abiti fluidi e drappeggiati dei grandi couturier. Saranno rapiti dalle immagini anche quelli che si apprestano a studiare moda: magari proprio a Milano. Tappa obbligatoria questa, per costoro. Vedranno gli abiti dei grandi maestri. Comprenderanno come venissero proposti a quei tempi nei magazine per signore ‘à la mode’.

Potrebbe capitare poi, che nella sezione dedicata ad Hollywood, per un attimo ci si senta come la malinconica Dietrich, o la statuaria Gardner, negli studios.

C’è spazio anche per la figura maschile. Sia nei ritratti, come per quello di Cary Grant, di Charlie Chaplin, o degli amici artisti. Sia per i nudi a figura intera. Fisici tonici, atletici, perfettamente disegnati. Come quello del nuotatore campione olimpico Johnny Weissmuller: bianchi e neri magistralmente sfruttati in un delicato gioco di luce, a rendere giusto onore ai corpi.

Tutto questo è già abbastanza, per farci andare a visitare questa mostra. Ma non è solo questo, davvero.

C’è la capacità di un artista di tramutare un set costruito meticolosamente, in un istante greco. Di quella bellezza greca che tutti noi conosciamo. Di quella naturalezza, eleganza, sinuosa delicatezza e forza, che solo un istante può cogliere: ma che il lavoro ingegnoso e straordinario di una stella della fotografia può ricreare. Interpretandola nello stile e nelle esigenze del tempo, ovviamente.

Ed è così singolare, che chi si muove tra fotografia di posa, brezze surrealiste -già, perché l’autore era amico di Cocteau e degli altri esponenti del movimento, di cui regala le influenze espressive-, tra set pesanti e movimenti macchinosi, riesca a narrare figure di una tale beltà classica. Una beltà fermata in un’ istante che in realtà è lì da ore: in preparazione dello scatto assoluto. Attrae, l’idea che un controllo certosino delle luci e una posa ossessivamente studiata, possano produrre l’effetto di una immagine sì levigata, ma tuttavia immortalata come se questa non si potesse mai più ripetere. E sono irripetibili veramente, certe immagini: evocative non solo della moda parigina dell’epoca, di tutta la mondanità che essa emanava, ma anche dell’età dell’ oro di Hollywood. Di artisti e di personaggi che hanno fatto la storia. Di pagine di riviste di moda e di costume, che hanno impresso indelebilmente il tempo e il gusto. Tempo e gusto che è giunto fino a noi attraverso le lenti di questo speziato artista, che voleva vedere ovunque la Grecia più classica, conteso, fra esigenze di prodotto e bemolle surrealisti.

La mostra di George Hoyningen-Huene a Palazzo Reale

https://www.palazzorealemilano.it/mostre/glamour-e-avanguardia

Trending